Senza alcuna sterile polemica, dopo la latitanza dell’azienda in relazione al disagio dettato dalla disparità di trattamento tra chi si presta, ormai senza alcun riconoscimento, con sacrificio alla realizzazione di Eventi CoreBusiness rispetto a chi svolge “ordinariamente” e in condizioni di minor disagio e responsabilità il proprio servizio in sede, siamo certi che molti, se non tutti, hanno dimenticato il significato e l’importanza della presenza delle Maestranze RAI impiegate nel Festival della Canzone Italiana.
Posto che la “Prima Nota a Verbale dell’art.33 del CCNL” vigente in materia di lavoro straordinario, che recita: Le prestazioni di lavoro straordinario richieste dalla Società a norma del primo comma del presente articolo, non potranno eccedere il massimale di 90 ore medie a trimestre. Il predetto massimale – che la Società potrà richiedere ed il lavoratore sarà tenuto a rispettare – non potrà eccedere le 360 ore medie di lavoro straordinario annue, il cui ricorso resta correlato alle specifiche connotazioni dell’attività produttiva aziendale. Il Lavoratore, il quale abbia raggiunto nel corso del trimestre il tetto massimo di 90 ore medie di lavoro straordinario, non sarà tenuto ad effettuare prestazioni in c.d. “sesta giornata” comportanti il superamento del predetto tetto., resta inteso a tutti gli interlocutori (Lavoratori ed Azienda) che non è questo l’oggetto del contendere sia per questioni di diritto che meramente economiche.
Non è il numero di ore di un evento che ne fa la complessità, l’importanza strategica e/o storica; è, invece, il grado di impegno continuato nel tempo, sia in fase di preparazione che nella diretta (in Mondovisione), che determina il valore della prestazione. Non è l’ora in cui viene svolta quella prestazione che ne può determinare banalmente il valore economico. Perché il Giro d’Italia è ciò che è, perché l’addio a Giovanni Paolo II è stato ciò che è stato, perché nel Terremoto dell’Aquila come in qualsiasi altro evento catastrofico, di cronaca così come di intrattenimento di prima serata (es. “Tali e quali show” con audience alle stelle) degli ultimi 60 anni la RAI è stata ed è sempre la prima ed è anche la sola a fare la differenza in qualità produttiva. Se tutto questo fosse stato realizzato in appalto il costo avrebbe superato in maniera devastante i ricavi e, come ne è esempio il capitolato più volte rimaneggiato di “FORTE FORTE FORTE” a causa della mancata presenza delle ditte per la gara di assegnazione dell’appalto luci, quando le aziende fornitrici fanno TRUST la RAI si deve sottomettere alle logiche economiche di un mercato esterno che conosce solo il guadagno.
Quanto svolto con serietà e professionalità dalle Colleghe e dai Colleghi tutti (di qualsiasi ordine d’inquadramento e grado), senza mai sottrarsi ai propri doveri pur con notevoli difficoltà logistiche ed ambientali (senza tener conto di quelle affettive, visto il lungo periodo di assenza da casa), non può, non deve, essere meramente misurato con un “tassametro”. Non è questo il modo con cui viene profuso il sacrificio di tutti per rendere SANREMO più di un Grande Evento in Mondovisione.
E’ questo e solo questo lo spirito con cui la Segreteria Nazionale Snater vuole affrontare con serietà, stigmatizzando qualsiasi diverso atteggiamento sindacale non contemplato nel Protocollo delle Relazioni Industriali, la forma di valorizzazione di quel lavoro, che a nostro parere è da Grande Evento, che fa di un Sanremo SANREMO, così come fa Grandi Eventi molte altre trasmissioni che danno lustro e ascolto al Servizio pubblico.
Lo Snater chiede un urgente incontro alla Rai per trovare le giuste soluzioni che permettano alle Lavoratrici ed ai Lavoratori di vivere con impegno ma serenità il loro LAVORO.
La Segreteria Nazionale
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