COMUNICATO
La Segreteria generale e la Segreteria nazionale dello S.N.A.T.E.R hanno chiesto al professor Michele Ainis un parere pro veritate sul decreto legge n. 66, che sottrae cospicue risorse alla Rai. Oggi hanno ricevuto il testo del parere (24 pagine) che potete trovare integralmente riportato sul sito dello Snater https://www.snater.it/rai/parere-su-dl-662014.html ,che denunzia l’incostituzionalità del decreto per i seguenti profili:
a) Violazione degli artt. 9 e 21 della Costituzione, che tutelano l’indipendenza economica della Rai per soddisfare il diritto a un’informazione obiettiva e il diritto alla cultura dei cittadini. Siccome l’abbonamento Rai costituisce lo strumento per realizzare questo doppio valore costituzionale, il canone è intangibile, sia per il governo, sia per la stessa Rai, che a sua volta può utilizzarlo esclusivamente per i compiti del servizio pubblico radiotelevisivo (artt. 7 e 47 del d.lgs. 177/2005; art. 27 della l. 488/1999);
b) Violazione degli artt. 23 e 53 della Costituzione, che da un lato dettano il principio di progressività del sistema tributario (mentre i 150 milioni ora sottratti dal governo per le esigenze della fiscalità generale pesano allo stesso modo sulla tassazione dei più ricchi e dei più poveri, dato che il canone ha un importo fisso); dall’altro lato, dettano il principio di legalità in materia tributaria. Questo significa che la legge deve stabilire le modalità e gli scopi di ogni tributo. Nel caso del canone radiotelevisivo, si tratta di un’imposta di scopo (sentenza costituzionale n. 284 del 2002), ossia preordinata a sostenere il fabbisogno della Rai. Distorcendola ad altri fini, il decreto legge n. 66 ha modificato retroattivamente il sistema tributario, facendo sfumare la razionalità dell’imposta, e allo stesso tempo ingannando i cittadini, che nel 2014 l’hanno pagata sapendo che fosse destinata unicamente alle casse della Rai. Da qui, perciò, la violazione del principio di lealtà fiscale, cardine di ogni Stato di diritto;
c) Violazione dell’art. 3 della Costituzione, per l’irragionevolezza complessiva del decreto n. 66. È irragionevole la ventilata cessione di Rai Way, perché ostacola gli adempimenti cui Rai s.p.a. è tenuta per legge. È irragionevole un quadro normativo che da un lato assicura l’autonomia economica delle sedi decentrate della Rai, dall’altro lato ne prospetta la chiusura. Ed è infine irragionevole un prelievo fiscale che colpisce l’emittente pubblica, lasciando indenni le emittenti private.
Lo Snater ha già inviato il parere pro veritate ai Vertici della Rai, alla Commissione di Vigilanza, agli Organi istituzionali che stanno lavorando sulla conversione in Legge del Decreto ed alla Politica.
Da subito ci siamo attivati anche per il ricorso legale che, visto il parere di illegittimità profilato dal Professor Ainis, risulta percorribile.
Leggi il Comunicato parere su DL66.2014
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