CCL …un’occasione persa!
Il 6 dicembre scorso, al termine di una riunione di ristretta della trattativa del rinnovo del Contratto Collettivo di Lavoro, l’Azienda ha comunicato, ai Segretari Nazionali delle sei OO.SS. presenti, la volontà di lanciare nel 2018 un piano di incentivazione all’esodo volontario.
Premessa a tale iniziativa sarebbe stata l’opportunità di siglare con i Sindacati un accordo, così come successo nel luglio del 2013 con l’allora D.G. Gubitosi.
La proposta aziendale ha subito trovato differenti posizioni fra le OO.SS..
La UIL e la CGIL hanno, in quella occasione, immediatamente dichiarato la loro contrarietà a tale accordo considerando altre questioni, come il rinnovo del CCL, prioritarie. La Rai il 29 dicembre, con una Circolare del D.G., ha avviato da sola l’operazione esodi volontari 2018.
Il 2017 è alle spalle, il rinnovo del CCL non c’è ancora e dell’aumento sui minimi che avrebbe portato ristoro alle Lavoratrici ed ai Lavoratori si intravede solo la insufficiente proposta aziendale di 40 euro dei quali metà in E.D.R., quindi senza trascinamenti.
Diverse, invece, sono le cifre già accordate da altre Aziende: ai Lavoratori delle radio e delle tv private 135 euro per 6 anni, ai Ministeriali 85 euro per 8 anni, ai Telefonici 50 euro per 3 anni, ai Lavoratori della distribuzione di energia/gas/acqua 89 euro per 3 anni, ecc.).
Al tavolo Rai invece l’Azienda dichiara la volontà di chiudere velocemente il rinnovo del CCL, ma intanto ha fatto “scavallare” il 2017, chiede un contratto che duri 5 anni (2014-2018) e “piange” miseria sui costi strutturali che un rinnovo dignitoso costerebbe. Nella proposta stanzia poche centinaia di euro (300!) per l’una tantum degli anni passati (2014-2017), mentre quella dello scorso rinnovo contrattuale fu di 3.580 euro (compreso il Premio di risultato del 2011), e propone un aumento con cifre lontane da quelle del rinnovo passato (130 euro di cui 45 euro in E.D.R) e dalle richieste sindacali della Piattaforma unitaria, che, vale la pena ricordarlo, sono di 95 euro (ai livelli 4 e 8 per i pre e i post assunti nel 1995).
Lo Snater ed il Libersind il 6 dicembre, nella ristretta, hanno dichiarato al tavolo la propria disponibilità a chiudere un accordo sulla iniziativa di incentivazione all’esodo volontario a condizione che parte del risparmio strutturale (che l’operazione di uscita dei Colleghi più anziani produrrà) fosse riversata sui Lavoratori che sarebbero rimasti facendosi carico del lavoro che inevitabilmente sarebbe cresciuto con numeri di organico ridotti. Così come hanno dichiarato la propria disponibilità all’accordo, che comunque vede l’uscita di importante Know-how, solo se, come già accaduto nel 2013, contemporaneamente l’Azienda si fosse impegnata ad avviare la Selezione di un congruo numero di nuovi Lavoratori. Non siglare l’accordo, tra l’altro, lascia l’Azienda libera di assumere solo le poche risorse che secondo lei saranno necessarie.
I Sindacati ricordano che nel 2013, a fronte di un stanziamento di 54 milioni di euro per l’incentivazione all’esodo volontario, la Rai aveva dichiarato che ci sarebbe stato un risparmio strutturale di circa 75 milioni di euro l’anno, cifra poi ridotta anche dall’accordo con i Sindacati che all’epoca pretesero l’anticipo delle stabilizzazioni dei Tempi determinati e nuove assunzioni (150 Colleghe e Colleghi che in questi giorni stanno finendo il periodo di Apprendistato e resteranno in Rai come forze nuove a dare un futuro alla nostra Azienda).
Dei 40 milioni stanziati nella Circolare aziendale, qualora altri Sindacati avessero intravisto la possibilità di un accordo che poteva portare nuove risorse umane ed economiche in Rai, sarebbero potuti restare circa 50 milioni di risparmio strutturale dei quali una parte cospicua le OO.SS. potevano pretendere che fossero destinati al rinnovo del Contratto con minimi stipendiali dignitosi per i Dipendenti Rai.
Il 2017 è passato, il CCL non è ancora rinnovato, l’accordo sugli esodi è saltato perché inviso ai Sindacati Confederali e nessuno può scommettere che i risparmi che produrrà, fatti sulle spalle di chi rimane, saranno investiti dalla Rai per migliorare il Servizio Pubblico; di certo c’è solo che non miglioreranno la vita dei Dipendenti che resteranno
Roma, 4 gennaio 2018
Le Segreterie Nazionali
Snater Libersind ConfSal
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